Stampa in 4D, inserito il fattore tempo per spazio e medicina.

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La nostra quotidianitá è fatta di cellulari sempre piú potenti, tablet e pc dalle infinite potenzialità ma spesso si dimentica che le nuove tecnologie invadono anche il mondo delle stampanti.

Dopo le stampanti 3D ecco che arrivano quelle in 4D, giá nel 2015 dall’Australia, e precisamente dall’ARC Centre of Excellence for Electromaterials Science (ACES) dell’Università di Wollongong giungevano studi che applicavano questa tecnologia alla medicina.

L’idea è di progettare oggetti 3D in materiale che abbiano la capacità di evolvere la sua struttura nel tempo.

Attualmente uno studio condotto da ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETH), pubblicato sulla rivista Scientific Reports, sostiente che le stampanti 4D saranno in grado di creare oggetti che, sottoposti a semplice pressione delle dita o anche a calore o umidità, possono infatti assumere forme diverse nella fase di post-produzione, e anche tornare alla forma originaria.

Secondo Kristina Shea, leader del team di ricerca, la nuova stampa 4D potrà avere numerosi vantaggi soprattutto in termini di risparmio di spazio nelle fasi di trasporto: le applicazioni più promettenti potrebbero riguardare ad esempio l’industria aerospaziale, per trasportare nello spazio strutture compresse.

Anche se ancora una volta l’utilizzo medico sará quello piú sorprendente: si potrá ottenere materiale organico stampato capace di deformarsi da solo quando entra in contatto con il sangue per velocizzare i processi di cicatrizzazione di una ferita, o ancora polimeri elettroattivi come sensori, attuatori e muscoli che potranno cambiare la vita di chi ha subito un trauma e magari è costretto su una sedia a rotelle…