Navigare in rete è ormai un “privilegio” diffusissimo. Infatti una gran parte della popolazione mondiale si è abituata alle connessioni, ha estrema dimestichezza con tutto quel che riguarda Internet e perciò si appoggia molto alla rete, documentandosi sull’attualità (e non solo) nonché comprando oggetti e apparecchi attraverso il proprio personal computer. Doti che adesso, per i nati nel nuovo secolo, si acquisiscono fin dalla più tenera età.
Attenzione, però: il world wide web è un luogo (sebbene virtuale) tanto agevole e familiare quanto dispersivo e di conseguenza insidioso. Per esempio: hai mai badato ai certificati SSL? Dovresti, come insegna Giga.it, perché sono una garanzia sia per l’utente che per il titolare di un website. Proviamo a fare luce.
Prima di tutto, la definizione
SSL è un acronimo che sta per secure sockets layer, che letteralmente vuol dire “strato di prese sicure”. In pratica i certificati di cui stiamo parlando sono dei protocolli che “vegliano” sui flussi intercorrenti tra il tuo laptop e il motore di ricerca che stai usando (che di solito è Google, lo sappiamo, e più avanti lo diamo addirittura per scontato), di fatto agendo attraverso un lavoro di codificazione delle informazioni che impedisce a ogni impiccione esperto in hackeraggi di ficcare il naso nelle tue ricerche e nelle tue attività.
Un inequivocabile segno di riconoscimento
Ci sentiamo di dichiarare che pure se non avessi mai sentito nominare l’argomento che stiamo affrontando in queste righe (ma scommettiamo di sì), ti sarai comunque accorto della vistosa dicitura che precede l’URL nella barra di ricerca.
Quando l’indirizzo che hai digitato o copiato e incollato è “sospetto”, appare la scritta “non sicuro”, in rosso”; viceversa, se non c’è da preoccuparsi, si legge “sicuro”, in verde. Significa che in quest’ultimo caso i certificati SSL ci sono.
La novità dell’anno
La presenza dei suddetti certificati è di per sé una buona notizia, ma come si accennava non è sufficiente. In effetti, al pari di qualsiasi accessorio informatico, essi sono fisiologicamente e periodicamente soggetti a modifiche, aggiornamenti, miglioramenti.
Nella fattispecie, i cambiamenti sono stati introdotti a far data dal 1° gennaio 2018. Si tratta di un semplice e dirimente accorgimento da parte di Google: i siti sicuri godranno di un posizionamento privilegiato rispetto agli altri.
È un modo per tutelare gli utenti, non ci piove, ma costituisce in più un incentivo per gli amministratori dei websites, un espediente ragionevole per invogliarli a rendere la loro vetrina telematica inespugnabile, o almeno non facilmente manipolabile.
Le evidenti conseguenze
I siti non sicuri sono così scavalcati da quelli più… tranquillizzanti, se vogliamo. Una forma di penalizzazione indiretta che non intende divenire mortificante, bensì invitare o più propriamente obbligare gli imprenditori che investono nella visibilità on line della loro azienda a non trascurare un dettaglio non secondario (anzi, possiamo confermare che non è più un dettaglio) per merito del quale, tra l’altro, riusciranno a distinguersi in maniera spontanea.
I vantaggi sono immediatamente percettibili
Più visitatori sereni e soddisfatti ci sono, più il volume d’affari si può allargare a dismisura (se prodotti e servizi sono validi, è ovvio). Provando a sintetizzare quanto affermato finora, un sito Internet adeguatamente “schermato” vanta subito una maggiore rintracciabilità, arreca sicurezza e aumenta la fiducia di chi già lo conosceva e lo apprezzava, guadagnando persino dei visitatori aggiuntivi. E parecchi.
Si innesca un circolo virtuoso
L’apprezzamento (algoritmioco, d’accordo…) di Google è già un importante traguardo che, grazie a una migliore indicizzazione, implica il riconoscimento di una maggiore qualità, e ciò non fa mai male. Ma puoi crederci: passare dalla scritta rossa a quella verde comporta un impatto diverso. Potremmo asserire che è un biglietto da visita più… elegante!
Qual è la strada per ottenere il risultato?
In realtà non devi aspettarti un cammino difficoltoso e irto di ostacoli, inframmezzato da noiose scartoffie e tempi biblici. La tecnologia ti viene incontro pure in questo. Rivolgiti a un’affidabile agenzia web. Normalmente si tratta di compilare un modulo, inviarlo e attendere istruzioni (per pagamento e iter). Ci vorrà soltanto qualche ora. E – ci auguriamo sia definitivamente evidente – ne vale davvero la pena.