Da quando è nato, nel 2013, era giá chiaro che voleva imporsi sul mercato soprattutto per il suo valore etico…partendo dal nome: Fairphone, che letteralmente significa telefono “equo”, “giusto”.
Ad esempio la produzione avviene in Cina, l’azienda produttrice è stata selezionata con rigidi criteri: comprensione e adesione ai valori di Fairphone, impegno nel miglioramento delle proprie pratiche, dialogo con i dipendenti, trasparenza in ogni fase della produzione, utilizzo di materie prime che non derivino da zone di sfruttamento, garanzia di un prodotto eccellente. Collaborando anche con un’organizzazione locale, TAOS, Fairphone è facendosi promotrice di cambiamenti fondamentali, come il miglioramento delle misure anti-incendio, dell’illuminazione nelle aree di lavoro o l’introduzione del pranzo gratuito per i dipendenti.
Inoltre, delle 325 euro del costo finale, 22 euro sarebbero destinati alle attività che garantiscono e migliorano gli standard etici della produzione: dall’approvvigionamento di materie prime etiche all’attenzione all’impatto ambientale.
Proprio quest’ultimo punto è alla base della nascita di Fairphone 2, uno smartphone smontabile con un cacciavite e i cui componenti possono essere sostituiti, quindi è a tutti gli effetti un telefono ‘modulare’.
Pezzi che si rompono, come lo schermo, o che vengono velocemente superati dai progressi tecnologici, come le fotocamere rendono obsoleti i telefoni dopo circa 18 mesi.
I 70mila utilizzatori del Fairphone, da settembre, avranno la possibilità di montare moduli aggiornabili di fotocamere sui loro telefoni mantenendo, cosí, aggiornati i telefoni, allungandone la vita e riducendo gli sprechi.