Conosciamo meglio il Bitcoin, la valuta digitale non controllata da autorità centrale (governo o banca). Chi lo ha creato? Come mai non viene prodotto all’infinito dato che “basta un pc”?
Nata piú di 8 anni fa, il 3 gennaio 2009, la sua paternità, pur essendo stata attribuita a Satoshi Nakamoto, non è per nulla definita: probabilmente è uno pseudonimo, potrebbe trattarsi anche di un gruppo di persone.
Inoltre l’imprenditore australiano Craig Wright nel 2015 ha dichiarato di essere lui Nakamoto anche se al momento di presentare le prove non ha potuto o voluto presentare nulla di concreto a sostegno delle sue affermazioni.
Intanto il valore del Bitcoin è salito alle stelle: un bitcoin vale circa 11.000 dollari!
Ma non è tutto oro quello che luccica…nemmeno in rete!
Oltre ad essere considerato una bolla finanziaria, tanto che in molti governi è illegale, il Bitcoin ha anche un’altra controindicazione che spesso non viene considerata: l’impatto ambientale!
Il mining (termine con cui si definisce l’azione di creare Bitcoin e che richiama l’estrazione di metalli preziosi) richiede ingenti quantità di energia.
Per creare (estrarre) bitcoin bisogna risolvere una serie di calcoli la cui complessità cresce man mano che aumenta la quantità di bitcoin in circolazione (dato che la sua creazione è limitata). Si tratta di problemi crittografici risolvibili soltanto da sofisticati computer con grandi capacità di calcolo che, per funzionare, hanno bisogno di enormi quantità di energia: quella che serve ad alimentarli e quella che serve alle ventole per il loro raffreddamento.
Quindi i “minatori” operano prevalentemente in paesi dove l’energia costa pochissimo, Ucraina, Macedonia, Russia.
Per produrre un solo Bitcoin, sostiene il New York Time, pare si debba consumare energia pari a «quella usata in due anni da una famiglia americana media» e che «il totale dei computer che fanno parte del sistema Bitcoin consuma in un giorno la stessa energia di una nazione di media grandezza», a questa si deve aggiungere l’energia da usare per le transazioni 100 kWh (quanta en consuma una famiglia italiana in due settimane)
Questo comporta un altissima emissione di anidride carbonica, circa 20.000 tonnellate all’anno!