Come si fa a minare un Bitcoin? Non servono esplosivi!

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Da subito il web si è distinto come un mondo parallelo, una dimensione che abbiamo creato noi e che ha sviluppato vita propria a tal punto che nel 2009 è nata la prima valuta virtuale, o cryptovaluta: il Bitcoin.
Nel corso degli anni queste monete riconosciute e regolamentate sono diventate circa una trentina.

Ma come nascono queste monete? Si minano! Ovviamente essendo una moneta a tutti gli effetti, anche se non ha forma fisica, non è così semplice creare (minare) la cryptovaluta.
Tecnicamente si tratta di attaccare mediante la tecnica del brute force dei dati protetti con crittografia basta sull’algoritmo SHA-256.
Quindi in teoria basta un computer ma è un’operazione che richiede molta potenza di calcolo e di energia elettrica, motivo per cui, onde evitare di fondere il vostro PC, è bene munirsi di dispositivi appositi o di orientarsi verso altre soluzioni meno potenzialmente dannose del fai da te.

Ad esempio appoggiandosi ad un ente terzo: i bitcoin viaggiano nel blockchain, una database distribuito che consente lo scambio diretto di dati tra diverse parti contrattanti (catena di nodi) all’interno di una rete senza la necessità di intermediari. Per validare queste transazioni c’è però bisogno di un mining, il minatore che mette a disposizione il suo PC dalla grande potenza computazionale. Nel momento in cui tutto il blocco transazionale viene validato i minatori della mining pool riceveranno un compenso conosciuto come block reward che attualmente si aggira intorno ai 12,4 Bitcoin (questo valore viene dimezzato ogni 4 anni) e rappresenta appunto il compenso per il lavoro svolto.

Anche per questa seconda soluzione ci sono lati negativi, ad esempio la pochissima disponibilitá di miner data la grande richiesta.